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12/03/2009 - Raffaele "Salo" Salomoni

Seraphin è il progetto del musicista tedesco Franz Schott, che stufo di dover mediare le proprie idee con i componenti delle band in cui ha militato, si è preparato tutto da solo il debutto discografico, profeticamente intitolato “Start To Live”. Una dichiarazione forte, che riflette la volontà di Franz (da ora Seraphin) di allontanarsi da qualsiasi definizione di genere, per confezionare quattordici pezzi uno diverso dall'altro, pur se permeati da una consapevolezza di fondo.

  Le sonorità di base, mutuate dai grandi cantautori statunitensi, si contaminano con le più disparate coloriture, partendo dal gothic roccioso dei Sentenced, attraverso il rock dei The Doors, per finire a citare gli Anathema (“Boy Soldier”). Il funky di “Fat Zap” rende l'idea della follia formale dell'album, se consideriamo che la stessa è preceduta da “Golden Hat”, che pare estratta da uno degli ultimi lavori dei Paradise Lost. Questa ampiezza di spettro musicale rappresenta il punto forte del lavoro, che si presta a numerosi ascolti, e grazie all'abilità di Seraphin come compositore e arrangiatore non è così difficile innamorarsi di qualcuna delle song dell'album. Ce n'è per tutti i gusti, specialmente nella prima metà dell'album, e le menti più aperte troveranno pane per i propri denti.   Un lavoro totalmente inaspettato, che si è fatto notare nella mole di lavori che periodicamente arrivano al sottoscritto, sorpassando produzioni ben più blasonate. E pensare che dalla tamarrissima copertina nessuno darebbe due lire sulla qualità della musica contenuta. L'abito non fa il monaco, una volta tanto. Ora scusateci, ma “Der Stern” sta suonando nello stereo, le distese assolate prendono spazio nella nostra immaginazione, e con questo bel tempo è difficile rimanere concentrati a scrivere.

Raffaele "Salo" Salomoni

Voto: 7.0